Gli svedesi immettono sul mercato uno dei lavori più calibrati e completi della loro carriera, iniziata a fine anni novanta quando ancora Björn Dixgård e Daniel Haglund suonavano nei Butler. Ricordo ancora quando uscì ‘Bring ‘Em In’ e la stampa parlò della classica rivelazione scandinava destinata a rimanere tale. Invece con ogni album la consapevolezza nei propri mezzi di questi musicisti è cresciuta e con essa la fama internazionale tanto che ‘Never Seen The Light Of Day’, ‘Give Me Fire!’ e ‘Infruset’ hanno raccolto successi un po' ovunque. Meno bene è andato ‘Ælita’, sicuramente penalizzato dalla crisi del mercato, e perciò i Mando Diao hanno pensato di aggiustare il tiro con un album che possiede tutto quello che è sempre piaciuto ai loro fan. Chorus potenti, ritornelli melodici, chitarre che si fanno sentire al momento giusto ed il talento del frontman sono i punti di forza di ‘Good Times’. ‘All The Things’, la title track e ‘Watch Me Now’ non avrebbero sfigurato nel momento di maggiore apice ovvero il tour con The Hellacopters e Kent. Chissà se li vedremo ancora a quei livelli. Nel frattempo Good Times And Bad Times fa pensare ai Led Zeppelin mentre la copertina alla poesia bucolica e Teocrito. Un bell’incrocio davvero.