All’indomani di un full lenght noioso come ‘The Devil Strikes Again’ ed un maxi singolo inutile, i Rage tentano di tornare in carreggiata e mostrare al mondo che la nuova line-up non è così inferiore alle precedenti come potrebbe sembrare. In realtà devo ammettere che l’impatto non è stato dei migliori. ‘Blackened Karma’ è infatti un singolo ben strutturato ma dal quale si evince un songwriting fin troppo solitario e condizionato dai plugin dei vari software di composizione e registrazione. Da un musicista della storia di Peter “Peavy” Wagner non possiamo accettare certe soluzioni e basta, anche perché a quel punto rimane davvero difficile difendere gli altri due componenti. Altri passaggi della scaletta corroborano tali perplessità e di Marcos Rodriguez e Vassilios Maniatopoulos pare esserci veramente poco. Altri momenti sono invece più intriganti, ‘Serpents In Disguise’ e ‘Walk Among The Dead’, e fanno da preludio alla boriosa suite conclusiva, ‘The Tragedy Of Man’, in cui tanti fan della prima ora si ritroveranno ma che, in tutta sincerità, al giorno d’oggi lascia del tutto indifferenti. In definitiva i Rage rimangono un tassello importante della scena tedesca e il loro contributo all’evoluzione dello speed metal è indubbio. Forse però rallentare un pochino non sarebbe sbagliato.