Victor Smolski va sul sicuro e pubblica un secondo full lenght in linea col precedente ‘Tsar’ perciò se avete apprezzato l’opera prima non farete fatica a sorbirvi questa scaletta pomposa. In caso contrario la musica degli Almanac, un symphonic metal dalle tinte power, vi apparirà come una montagna immensa, improba da scalare. Questo perché l’ex chitarrista dei Rage non fa niente per rendere il proprio songwriting fluido o moderno. L’unico aspetto attuale che si ritrova in ‘Kingslayer’ è una ricerca cinematica accentuata, non pensate ai film della Marvel oppure ai blockbuster americani quanto a serie televisive come Game Of Thrones e Vikings, che in qualche modo si incastra con la tendenza a scrivere melodie ispirate agli anni ottanta. ‘Regicide’ e ‘Hail To The King’ sono i pezzi migliori soprattutto perché nel loro caso la batteria di Athanasios “Zacky” Tsoukas non sembra finta o corretta al computer. Le parti vocali sono state suddivise tra Andy B. Franck (Brainstorm), David Readman (Pink Cream 69) e Jeannette Marchewka (Lingua Mortis Orchestra) e se questo da una parte garantisce varietà, dall’altra finisce per impedire la strutturazione di veri e propri crescendo emozionali. “The king is dead. Long live the king.” ci ricorda Victor Smolski ma il suo progetto solista ancora non infiamma come dovrebbe.