Con il loro secondo full lenght i neozelandesi si sono ufficialmente imposti nella scena indie rock internazionale e col successivo ‘Multi-Love’, ormai vecchio di tre anni, hanno tentato di variare la propria proposta per non rimanere affossati tra catalogazioni e trend vari. In tal senso ‘Sex & Food’ prosegue nel rafforzamento della personalità di un songwriting che pesca ad ampie mani nella tradizione psichedelica americana e nel r&b offrendo all’ascoltatore uno spettro di influenze variegato e stimolante. ‘American Guilt’ è il manifesto del cambiamento, non a caso è stato scelto come primo singolo, ma anche ‘Major League Chemicals’, ‘Ministry Of Alienation’ e ‘Not In Love We’re Just High’ sono tracce che confermano l’intelligenza compositiva e il talento di Ruban Nielson. L’album è stato registrato in diverse parti del mondo - Seoul, Hanoi, Reykjavik, Città del Messico, Auckland e Portland – e ciò si percepisce da melodie di differente respiro, arrangiamenti moderni alternati a soluzioni vintage e stacchi ritmici che rispondono ad esigenze culturali multietniche. A sorprendere è l’affabilità di certi momenti a dispetto dello strumentale di quasi trenta minuti, ‘SB-04’, uscito pochi mesi fa con il quale i vari Tame Impala, MGMT, TV On The Radio e Beach Fossils erano stati sfidati apertamente su un territorio avulso da qualsiasi tipo di compromesso commerciale.