Gli americani hanno saputo rimettersi in carreggiata con l’ottimo ‘The Art Of Loss’ e adesso che Tom Englund è della partita non è difficile capire il motivo per cui dagli uffici della Metal Blade si punta molto su quest’album. Anticipato in rete dal singolo ‘Someone Else's Problem’, il settimo lavoro in studio della prog metal band guidata da Nick Van Dyk non fa altro che confermare alcune certezze che avevamo già. La prima è che i maggiori esponenti del genere proveniente dagli States riescono a caratterizzarlo in un modo totalmente differente da quello che avviene nel vecchio continente. Sarà una banalità ma ascoltare i dischi di Fates Warning, Symphony X, non volendo citare per forza Dream Theater e Queensrÿche, non è la stessa cosa di porre sul piatto del giradischi i vinili di Opeth, Pain Of Salvation o Royal Hunt. Anche ‘Long Night's Journey Into Day’ si caratterizza in tal senso con arrangiamenti legati alla tradizione. La seconda conferma riguarda Jacob Hansen che pure stavolta si è superato. Dopo le ottime produzioni di Volbeat, Primal Fear e Pretty Maids, il danese ha spinto il platter in questione su un livello più alto. Infine il cantante degli Evergrey ha donato drammaticità e pathos alle melodie vocali di ‘The Echo Chamber’, ‘Indulge In Color’ e ‘The Last Of Me’. Da segnalare anche i featuring di Chris Poland, ex Megadeth, e Simone Mularoni dei DGM oltre al bellissimo artwork di Travis Smith.