Anche trascurando il fatto che i norvegesi escono per l’etichetta di Ancestors, Cult Of Luna e Fvnerals, è sufficiente leggere la didascalia della recensione di Kerrang! per innamorarsi di loro. “Per fan di Queens Of The Stone Age, Kvelertak e Mogwai” potrebbe sembrare uno scherzo ma non lo è affatto. Siamo infatti al cospetto di una noise band che ha saputo vincere un Grammy in patria e collabora da anni con nomi tutelari del genere quali Steve Albini e Billy Anderson ma anche con musicisti del calibro di Ted Parsons, Stephen O’Malley e Erlend Hjelvik. Per il successore di ‘The Gospel’, il leader Kjetil Nernes ha voluto allargare ulteriormente i propri confini artistici realizzando un album n cui convivono l’esistenzialismo di Camus e Sartre, la scena avant-garde norvegese, sonorità pop, art rock, ambient e cabaret. La presenza del cinematic doom duo Insect Ark aggiunge un macabro fascino alla release che invade spesso i territori cari a Nick Cave & The Bad Seeds e Swans. Il leader, che da tempo vive in una chiesa sconsacrata nella foresta svedese assieme alla moglie-pianista Karin Park, porta all’estremo la sua “follia” compositiva con le micidiali ‘Pygmalion’ e ‘Sinnerman’ ma anche la chiusura di ‘Sons And Daughters/Uniform Of A Killer’ merita un plauso particolare. Per chi invece ama la musica più standard e catalogata la scaletta riserva invece il refrain irresistibile di ‘Maldoror’s Love’ e l’industrial rock di ‘The Dome’.