Finchè la loro formula funzionerà ancora, nel complesso il trend folk metal ha subito un naturale ridimensionamento ma le formazioni iconiche del genere continuano ad essere molto richieste dai festival, i finlandesi non cesseranno di proporre la solita minestra riscaldata con qualche brano ispirato ai party alcolici che vengono improvvisati tra i laghi della Lapponia. Registrato ai Petrax Studio di Hollola sotto la supervisione di Janne Saksa, ‘Kulkija’ non aggiunge nulla a quanto immesso sul mercato in passato da Jonne Järvelä e compagni, cercando semmai, con quattordici pezzi ben strutturati, di prolungarsi maggiormente ed offrire ai propri fan un impianto atmosferico più solido di quello dei precedenti ‘Manala’ e ‘Noita’. I frequenti interventi di Tuomas Ruonakari, violino, e Sami Perttula, fisarmonica, allietano l’ascolto tra narrazioni di vagabondi e la figura della donna che viene spesso tradotta nella strada che fa loro da casa. Non male l’inizio con ‘Neito’, ‘Korpikuusen Kyynel' e ‘Aallon Alla’ mentre di ballate melense come ‘Harmaja’ e singoli fotocopia quali 'Korppikalliota’ ne abbiamo sinceramente abbastanza.