Per chi come il sottoscritto è rimasto sbalordito di fronte all’esibizione del violoncellista, compositore e produttore londinese di spalla a Thom Yorke, quest’album rappresenta una conferma e non solo perché ascoltandolo tornano in mente le ambientazioni tipiche della London Contemporary Orchestra e ovviamente quelle di ‘A Moon Shaped Pool’, alla cui realizzazione ha contribuito in maniera sostanziale. ‘Shelley’s On Zenn-La’ è forse l’album meno sperimentale in assoluto dell’artista eppure nessun episodio sfugge a quel tipo di approccio. Rispetto al passato la visione dell’artista appare più cinematica (di lui ricordiamo pure la partecipazione alle colonne sonore di ‘The Master’ e ‘Il Filo Nascosto’, assieme a Jonny Greenwood, e ‘Under My Skin’, in collaborazione con Mica Levi) e globale, l’ordine delle tracce è fondamentale ed i riferimenti allo Shelley’s Laserdome, locale disco di Stoke-on-Trent, ed a Zenn-La, pianeta immaginario di provenienza di Silver Surfer, accentuano la curiosità. Come accaduto in ‘Upstepping’, il violoncello viene spesso spostato indietro nel mixaggio per fare spazio a divagazioni elettroniche in stile Massive Attack e Boards Of Canada ma sono le soluzioni armoniche, talvolta ardite ed in altri frangenti minimali, a rendere preziosa la release in questione.