Non so quanto ci sia di Dan Weller in questo disco. Di sicuro il chitarrista dei SikTh e produttore di Enter Shikari e Young Guns ha contribuito a regalare un profilo internazionale al nuovo full lenght dei toscani, in precedenza al lavoro con Brian Lanese e Michael Beinhorn, eppure le canzoni non si scrivono da sole e ‘The Living Past’ è strutturato su nove canzoni che denotano progressi notevoli in termini di arrangiamenti e dinamiche. Si parte fortissimo con ‘Loner VS Lover’ e ‘P.A.I.N.T.’, manifesti di un suono che si è evoluto e fonde alternative rock, funk e elettronica, bilanciando in maniera intelligente retaggi del passato e spunti personali. La title track sfuma nella ballata ‘Eternal Ride Of A Heartful Mind’ ed il quartetto guidato da E-King, tra linee melodiche eleganti e un piglio live spiccato, prepara il terreno ad uno dei momenti più elaborati e unici di tutto il disco (‘Sublunary’). Il guitar work è eccellente ed il basso in costante evidenza. La seconda parte della scaletta poggia sui sussulti nu metal di ‘Being Hurt’ e lascia lentamente spazio alla chiusura malinconica di ‘Don’t Hope, Believe’. È palese che al cospetto di un disco tanto potente e raffinato, la speranza di ottenere maggiore visibilità, sia nella nostra scena che all’estero, è quanto mai doverosa. Per una volta però dietro ad un progetto non ci sono solo speranze e illusioni ma una solida realtà ed esperienze maturate dal vivo che non possono più essere trascurate.