Leggere su Metal Hammer che questo disco è consigliabile ai fan di Parkway Drive, Suicide Silence e Despised Icon mi ha fatto sorridere. Non perché i seguaci dei Whitechapel non possano ascoltare le suddette band. Al contrario lo faranno sicuramente, ma per molti anni la band originaria del Tennessee ha cercato in tutti i modi di distinguersi dalla massa, snobbato il termine deathcore anche quando faceva guadagnare un bel po' di soldi e trovato casa in Metal Blade, una delle label più importanti del panorama heavy. Con il successore di ‘Mark Of The Blade’, Phil Bozeman e soci hanno provato a rendere più interessante l’impianto lirico e il tiro di sinistro di alcune tracce è davvero notevole. Il frontman cita a più riprese Cannibal Corpse e Bloodbath, assieme a Ben Savage, Alex Wade regala riff hardcore in quantità mentre il terzo chitarrista Zach Householder aggiunge una componente black che non guasta affatto. I tre singoli scelti per promuovere l’album (‘Brimstone’, ‘Black Bear’ e ‘Third Depth’) sono ottimi l’apice viene raggiunto in coincidenza di ‘Forgiveness Is Weakness’, tre minuti scarsi di violenza e impatto deflagranti.