Una mezza delusione il ritorno di Jared “M.C.U.D.” Gomes, il drummer Jeremiah Stratton è con lui da dieci anni ma della storica line-up è rimasto soltanto lui, nei negozi con un disco che ha poco di metal ma soprattutto poco di nuovo. Dagli (hed)pe è lecito attendersi un crossover tra hardcore-punk, rock, hip hop e reggae aggressivo, meticoloso, ricco di spunti moderni e tanta attitudine. Tutto ciò era alla base anche degli ultimi lavori ma non di questo ‘Stampede’, che sembra pubblicato tanto per dire “ci siamo” senza però avere una base solida. Alcuni pezzi sono troppo fuori dai canoni degli (hed)pe e lo stesso frontman, mentre DJ Blackard fa un po' di casino qua e là, si sforza inutilmente di rendere spigolose ed orgogliose (manca proprio quel senso di appartenenza che la band è sempre riuscita a trasmettere) le proprie linee vocali. Altri sembrano degli esperimenti affrettati, magari portati fuori strada dalla produzione ma senza dubbio non incisivi come accaduto invece con ‘Evolution’ e ‘Forever!’.