Se quest’album fosse la macabra opera di un manipolo di ragazzini si griderebbe al miracolo e si parlerebbe di rivelazione dell’anno in ambito metal estremo. Così non è ma ancora una volta gli ex Bolt Thrower Karl Willets e Andy Whale, affiancati da Frank Healy e Scott Fairfax, che invece in carriera hanno ruotato attorno ai Benediction, hanno saputo superarsi. Il bello è che ‘Requiem For Mankind’ non si limita ad omaggiare gli avi e replicare alle invettive pesanti di ‘For The Fallen’ o ‘The Silent Vigil’ ma prosegue imperterrito nell’evoluzione del concept bellico e di un suono tellurico e scomodo, realmente scomodo. La pausa che si è preso il batterista aveva messo in allarme i fan ma pezzi come ‘In The Midst Of Desolation’, ‘Refuse To Be Led’ e ‘Requiem For Mankind’ non lasciano dubbi sulla compattezza della line-up. Poi, come spesso succede, a qualcuno piacerà di più ‘Undefeated’, pezzaccio death vecchio stampo lineare e solidissimo ma la realtà è che un buon settanta per cento della scaletta è molto meno prevedibile di quello che si possa pensare. I Memoriam sono cresciuti ed a confronto ‘The Hellfire Demos’ sembrano veramente reperti primordiali. Stellari sia l’artwork di Dan Seagrave (Hypocrisy, Suffocation) che la produzione di Russ Russell (Amorphis, At The Gates). Grezza ed organica come piace a me.