-Core
Perdida
Stone Temple Pilots
Rhino Records
Pubblicato il 15/02/2020 da Francesco Brunale
Songs
1.Fare Thee Well
2.Three Wishes
3. Perdida
4. I Didn’t Know The Time
5. Years
6. She’ s My Queen
7.Miles Away
8.You Find yourself while losing…
9.I Once Sat At your Table
10. Sunburst
Songs
1.Fare Thee Well
2.Three Wishes
3. Perdida
4. I Didn’t Know The Time
5. Years
6. She’ s My Queen
7.Miles Away
8.You Find yourself while losing…
9.I Once Sat At your Table
10. Sunburst

Gli Stone Temple Pilots hanno due caratteristiche fondamentali. Sono bravissimi a scrivere canzoni ed hanno una forza incredibile che ha permesso loro di superare ogni tipo di avversità, a partire dalle critiche feroci subite ad inizio carriera sino ai tremendi avvenimenti che gli hanno visto perdere per sempre in pochissimo tempo prima Scott Weiland e poi Chester Bennington. Insomma, le spalle devono essere per forza di cose grandissime per la band americana che sembra, finalmente, aver trovato la giusta serenità da quando è stato ingaggiato come cantante il semi sconosciuto Jeff Gutt, un vero e proprio clone vocale dell’ei fu Weiland. Dopo il buon secondo omonimo del 2018, arriva all’alba del 2020 il disco che gli STP avrebbero voluto realizzare da tempo, ovvero ‘Perdida’ che ha come sua caratteristica di base il fatto di essere completamente acustico. Il lavoro, a scanso di equivoci, è assolutamente di qualità, visto che il gruppo, anche in questa circostanza, ha mantenuto elevato il suo livello di songwriting. Basta ascoltare ‘Three Wishes’ un vero e proprio incrocio tra la loro cover di ‘Dancing Days’ dei Led Zeppelin e ‘Pretty Penny’ presente su ‘Purple’ per capire che ci troviamo dinnanzi una band che non ha perso ancora il dono dell’ispirazione. ‘I Didn’t Know The Time’ è un omaggio al periodo bucolico degli stessi Led Zeppelin con un flauto illuminante a fare da contorno al brano. Stessa cosa si può dire per ‘She’s My Queen’ dal ritornello facile ed immediato. Ogni brano brilla di luce propria, anche quando non è Gutt a cantare, ma Robert DeLeo che ci mette l’ugola in uno degli episodi più ispirati del disco, ovvero ‘Years’. Se si esclude la troppo triste ‘Miles Away’ i binari della totale capacità creativa coinvolgono la title track e l’opener ‘Fare Thee Well’. Dopo il classico intermezzo acustico ‘I Once Sat At Your Table’ (vero e proprio omaggio a Jimmy Page), ‘Perdida’ si chiude con l’ottima Sunburst che non avrebbe sfigurato sull’omonimo degli Alice In Chains del 1995. Insomma, nel 2020, la notizia è che gli Stone Temple Pilots ci sono e godono di ottima salute.

 

Stone Temple Pilots
From USA

Discography
Core (1992)
Purple (1994)
Tiny Music... Songs from the Vatican Gift Shop (1996)
No. 4 (1999)
Shangri-La Dee Da (2001)
Stone Temple Pilots (2010)
Stone Temple Pilots (2018)
Perdida (2020)