Anticipato dal bellissimo video animato di ‘Defender’, diretto da Dan Fusselman, il nono full lenght del gruppo originario della Pennsylvania si impone come una delle migliori uscite in ambito metalcore degli ultimi tempi. Anche stavolta il punto di forza maggiore è l’eterogeneità di un materiale che, tre anni dopo ‘Phantom Anthem’, con cui Jake Luhrs aveva dimostrato per la prima volta di saperci fare pure con le clean vocals, si è ulteriormente evoluto mantenendo robustezza e dinamicità al pari delle invettive melodiche che già in passato avevano mostrato la propria efficacia. Il frontman, fervente cristiano, è scatenato come in ‘Redefined’, forse il pezzo migliore del ritorno degli As I Lay Dying, e, assieme allo shredder JB Brubaker, trascina l’ascoltatore dal primo all’ultimo minuto senza mai scendere a compromessi o preferire soluzioni commerciali alla sperimentazione. Rispetto al lavoro in studio precedente le influenze prog e math sono state incanalate in una direzione più collaborativa e di conseguenza imprevedibile, sulla falsa riga di Texas In July e Oh, Sleeper. Anche il chitarrista Brent Rambler ha contribuito in maniera significativa alla costruzione di disegni armonici e linee vocali allorché Matt Greiner ha potuto sbizzarrirsi con le ritmiche, riprendendo alcune idee di ‘Constellations’ e ‘Leveler’ e riattualizzandole. Oltre al suddetto singolo, in scaletta spiccano ‘Bones’, ‘Dismembered Memory’ e ‘Bloodletter’ eppure è nella sua complessità che ‘Guardians’ lascia il segno.