Sarà banale dirlo ma gli svizzeri possono contare sulla presenza fisica e la gran voce di Melissa Bonny e non è affatto poco. Pensate a quante band ci sono in giro con cantanti di basso profilo e immagine zero e capirete perché Napalm Records ha investito il proprio denaro sulla sensuale moretta che possiede un’ugola a metà tra Elize Ryd degli Amaranthe e Jennifer Haben dei Beyond The Black. Il primo capitolo della discografia degli Ad Infinitum è dedicato alla monarchia, con testi evocativi e sbalzi di umore continui: aggressività, melodia, esplosioni ritmiche e momenti di apparente quiete. Ancora non gira tutto alla perfezione ma è palese che i quattro abbiano pianificato l’opera nei dettagli. Niente è stato lasciato al caso; il gusto melodico di ‘Infected Monarchy’ e ‘Maleficient’ condiziona un po’ tutto il lavoro e la performance dietro le pelli di Niklas Müller è degna di nota. ‘Marching On Versailles’ e ‘Live Before You Die’ sono altri due passaggi che lasciano ben sperare per il futuro e, duole ripetermi, la potenza espressiva dell’ex Rage Of Light e Evenmore, vista in tour anche con Serenity, Dragonland e Warkings, è garanzia di successo. Speriamo soltanto che l’uscita di ‘Chapter I: Monarchy’ non scateni la solita ridda di paragoni con i vari Nightwish, Epica, Within Temptation e così via, perché i ragazzi hanno tentato di perseguire una strada piuttosto originale e, almeno in questo frangente, non se lo meriterebbero.