Sono trascorsi sei anni da ‘Obsolescence’ e il pregio maggiore del nuovo album dei californiani è che lascia emergere tutta la densità compositiva, l’urgenza e la cura dei dettagli scaturite da un tempo così lungo. In un ambiente come il death metal, brutalità e tecnica sono requisiti di base e non è facile tornare dopo un lunga pausa e riproporsi ai livelli precedenti. Gli Abysmal Dawn ci sono riusciti e ‘Phylogenesis’ è forse il loro migliore album, costantemente in bilico tra old school, atmosfere lugubri sci-fi e melodie evocative. La line-up ha subito un altro dissesto ed al fianco del leader Charles Elliott e del bassista Eliseo Garcia troviamo adesso il batterista James Coppolino, in passato attivo dal vivo con gli Incantation, e l’altro chitarrista Vito Petroni ma ciò non ha condizionato le registrazioni che si sono svolte ai Tastemaker Audio. L’artwork di Pär Olofsson (The Faceless, Revocation) e la partecipazione di Fredrik Folkare (Necrophobic, Unleashed) regalano spessore alla release, così come la cover di ‘Flattening Of Emotions’ dei Death, ma quello che conta è il materiale. Durante l’ascolto percepirete chiare e limpide le influenze anni ‘90, tra Carcass (‘Soul-Sick Nation’) e proprio Death (‘A Speck In The Fabric Of Eternity’ e ‘‘ True To The Blind’). Se siete amanti di quel periodo non indugiate oltre.