Innamorato della sua voce, dopo aver ascoltato ‘(male)’, sono andato a vedere la giovane cantautrice toscana alla Manifattura Tabacchi di Firenze, uno dei pochi luoghi in cui si è fatta cultura anche questa estate, e sono rimasto strabiliato anche dal suo modo di proporsi al pubblico. Sostenere la perfezione di ‘Toccaterra’ sarebbe come affermare che non ci sono ulteriori margini di miglioramento ed al contrario il potenziale per crescere ancora è notevole. Allo stesso tempo questo debutto contiene più talento – tra voce, testi, arrangiamenti, idee di produzione… - di decine e decine di dischi indie, pop e rock che vengono promossi a gran voce sul mercato italiano. Emma Nolde ci ricorda che ci siamo allontanati troppo e le sue parole hanno più peso di quelle di tanti cantautori che vagano a vista. La sua bellezza, i vestiti di seconda mano, l’incapacità di cantare due linee melodiche uguali alle altre ed un’innata vena poetica rendono ‘Toccaterra’ un magnifico esempio di come si possa fare musica di qualità in italiano, senza aggrapparsi a produttori di fama o scendere a compromessi inaccettabili. Renato D’Amico e Andrea Pachetti l’hanno aiutata a destreggiarsi tra chitarra, pianoforte e macchinari vari. ‘Sfiorare’ e ‘Nero Ardesia’ sono altre gemme in una scaletta costruita su sogni (una ‘Berlino’ mai vista) ed esperienze che ci renderanno persone migliori.