Non credo che il gruppo di Washington D.C. avrebbe pubblicato un live se non ci fosse stata la pandemia. Forse l'avrebbero immesso nei negozi più avanti oppure ne avrebbero fatto proprio a meno. Di sicuro 'Live In London' esce in un periodo in cui sentire la folla che acclama una band o percepire la stanchezza ed il sudore, sopra e sotto il palco, trasmette sensazioni profonde. C'è un vuoto dentro di noi, un vuoto enorme, e non tutti i dischi dal vivo che stanno uscendo nei negozi o sulle piattaforme digitali stanno riempendo quel vuoto. Questo live ci riesce e l'aspetto più singolare e divertente è che per anni gli addetti ai lavori hanno sottolineato quanto i Periphery fossero formidabili dal punto di vista tecnico ma troppo complicati per essere anche veri dal vivo. Queste dieci tracce invece dimostrano l'esatto contrario. Registrata durante il tour dell'ultimo lavoro in studio - 'Periphery IV: Hail Stan' – la testimonianza dello show londinese della band riflette una carriera in costante ascesa ed evoluzione. Un ibrido spettacolare tra djent, progressive metal vecchio stampo e metalcore, che mette in evidenza un impianto chitarristico da urlo (oltre al leader Misha Mansoor anche lo scatenato Jake Bowen) esaltato dalla performance vocale senza limiti di Spencer Sotelo. Semplicemente da brividi le esecuzioni di 'Reptile', 'Marigold' e 'Blood Eagle', che potrebbero far cambiare idea sul loro conto a molti.