Seconda fatica in studio per il duo black metal originario di Utrecht che fonde alla perfezione l’esperienza di Solar Temple, Draugsól e Deathspell Omega, predisponendo uno scenario apocalittico alla mercé di tutti gli appassionati di sonorità estreme. Scordatevi qualsiasi compromesso, toglietevi dalla testa atmosfere malinconiche o leggeri spiragli di luce e calatevi invece in un continuo vortice ritmico che, in fase di produzione, JB van Der Wal (Dool, Lugubre, ex-Aborted) ha saputo rendere ancora più letale. Nella mente malata di R. Schmidt e D.A. Schermann le chitarre devono sormontare tutto il resto, il nero deve inglobare tutto il resto e lo scopo è creare sensazioni di panico e rassegnazione in chi si pone all’ascolto e l’immagine di copertina, realizzata da Derek Holzer su una storica foto di Paul Strand, ‘Ritual’ e ‘Ruin’ sono i simboli di un suono ferale e potentissimo ma l’apice coincide probabilmente con la conclusiva ‘The Introversion Of Sacrifice’, che riprende un po’ tutto quello che è successo in precedenza e lo amplifica costruendo un finale marziale, contraddistinto da rabbia e pessimismo. Resta da capire quale possa essere la trasposizione live di materiale del genere ma di sicuro ‘II: A Material God’ è con ‘Katedralen’ di Mork una delle release black metal più avvincenti degli ultimi tempi.