Senza girarci intorno, “Shake Your Money Maker” è, molto probabilmente, il miglior disco dei Black Crowes. Se riavvolgiamo il nastro e ci proiettiamo indietro di trenta anni, non possiamo non ricordare come questo esordio venne accolto in maniera entusiasta da critica e pubblico che vide nei corvi neri la reincarnazione degli Stones e dei primi Aerosmith. A capo di questa incredibile macchina da guerra c’erano i fratelli Chris e Rich Robinson che avevano messo su una formazione capace di incendiare i palchi di mezzo mondo con un’energia davvero invidiabile. Il loro debutto fu una vera e propria bomba, grazie a canzoni che poi sono state rese immortali dal tempo come l’accoppiata formata da “Twice As Hard” e “Jealous Again”, o a ballad eterne, vedi la malinconica “Sister Luck”. Essendo un disco meraviglioso, i fratelloni più rissosi che ci siano (a confronto i Gallagher sono degli agnellini, a detta degli stessi inglesi), hanno deciso di rimettersi insieme, senza però colpevolmente coinvolgere i loro vecchi compagni di bisbocce, e, in considerazione dello stop dettato dal Covid, hanno ripreso a piene mani questo disco con l’aiuto del produttore George Drakoulias che, tra le altre cose, era in cabina di regia per l’ottimo “Dust” degli Screaming Trees per inserirci materiale inedito. Riascoltare questo lavoro è un vero e proprio colpo al cuore, perché ci si rende conto di come alcuni brani, ormai datati, siano ancora freschi e suonino nello stereo in modo prorompente e vitale. Chiaramente per chi conosce le canzoni del debutto, la curiosità sta nel valutare gli altri due cd che formano il pacchetto deluxe. Sul fronte degli inediti, bisogna dire che le tracce che vennero escluse da questo capolavoro non hanno onestamente la bellezza di chi le ha precedute e se non furono incluse nella tracklist originale un motivo ci doveva pur essere. Quello che, invece, appare fantastico è il terzo dischetto che non è altro che un live devastante suonato ad Atlanta nel 1990. Qui si può vedere e soprattutto ascoltare la forza dirompente di questi ragazzi che, davvero, fecero capire da subito di avere le stimmate dei predestinati. La potenza delle canzoni, il gustoso modo di mettere dal vivo queste perle è un qualcosa che i Black Crowes hanno mantenuto nel corso degli anni, grazie ad una bravura fuori dal comune. In casi come questi il cofanetto in questione va consigliato sia ai fan della prima ora che avranno la possibilità di (ri)ammirare una band senza tempo e sia a chi si vuole approcciare per la prima volta a sonorità che in questi ultimi anni stanno riprendendo forma grazie a quella teoria non scritta dei corsi e ricorsi storici che anche nella musica ha un suo reale senso.