I giapponesi sembrano attraversare una nuova giovinezza o comunque un periodo di estrema prolificità e, dopo due album devastanti come ‘Requiem For Hell’ e ‘Nowhere Now Here’ ma soprattutto un live eccezionale come ‘Beyond The Past’, danno alle stampe otto tracce spaventosamente dinamiche e letali. La produzione è stata affidata a Steve Albini che ha modellato il materiale al suo Electrical Audio Studio di Chicago e la componente cinematica è come di consueto di altissimo livello, tanto da scomodare paragoni con alcune cose di Morricone e Zimmer. Dal punto di vista visivo, i videoclip di ‘Riptide’ e ‘Innocence’, diretti dal collettivo spagnolo Alison Group, hanno anticipato un concept che riflette il desiderio, fortissimo se non addirittura disperato, di adattarci ad una normalità che non ci appartiene più. La vita di tutti i giorni non è più regolata da leggi facilmente comprensibili da chiunque e così accade che la musica strumentale dei Mono prenda spunto dagli albori di post-rock così come dalla techno o dall’elettronica sperimentale. ‘Imperfect Things’ rappresenta una sfida lanciata alla musica mainstream che desidera apparire perfetta per forza ed al contrario ha smarrito la connessione col pubblico mentre ‘Hold Infinity In The Palm Of Your Hand’ e la clamorosa chiusura di ‘And Eternity In An Hour’, una traccia che potrebbe essere stata scritta dagli Anathema come ai Minor Victories, sono il segnale di un’evoluzione che non conosce tregua e che ha spinto gli autori di ‘You Are There’ a raggiungere un ulteriore climax nella loro incredibile avventura.