Più che nati in Francia, gli autori della trilogia sui venti sembrano provenire dall’Islanda vista la loro capacità di descrivere minuziosamente l’irruenza di un vulcano, anche grazie al mirabile artwork a cura di Stan W Decker, e la sua costante minaccia sul genere umano. ‘Pierres Brûlées’ inaugura una nuova era per il gruppo epic black metal che si ispira alla collera della Natura e cerca di tradurla in una proposta in bilico tra arcaico e presente. La produzione si rivela piuttosto grezza, il mixaggio mette in evidenza più le chitarre che la batteria e pezzi come ‘Vingt Sièges, Cent Assauts’ e ‘La Guerre Des Esclops’ esaltano Spellbound ed il suo cantato evocativo. L’ex Asphodèle, attivo pure con An Norvys e Jours Pâles, suona la carica e l’impressione è che gli Aorlhac abbiano voluto dare alle stampe il loro materiale più trasportabile dal vivo nell’ottica di un allargamento della fanbase. Il supporto di LADLO (Wesenwille, Bait, Au-Dessus) sarà decisivo in tal senso e ovviamente ci auguriamo di potere verificare dal vivo le loro potenzialità, che in studio sembrano palesi. Nel frattempo le pietre bruciano e lo spettacolo è quanto mai avvincente.