La prima considerazione che appare doverosa riguardo a questa uscita è che non sempre le etichette si esprimono in maniera corretta quando cercano di promuovere un album. In questo caso infatti si parla di materiale nella vena di Dissection, Sacramentum, Entombed e Unanimated e devo ammettere di essere d’accordo solo in minima parte. L’influenza dei Dissection è evidente, già meno quella di Sacramentum e Unanimated e per niente quella degli Entombed, ma soprattutto nei Thulcandra, da sempre vuoi per il nome e vuoi per una morbosa attenzione a quello che il black metal ha saputo donare alla comunità metal nei primi anni novanta, si percepisce un forte legame con i Darkthrone e la loro discografia iniziale. Il nuovo chitarrista Mariano Delastik non nasconde certo il suo amore per Fenriz e Nocturno Culto e nel complesso l’equilibrio tra i due mondi, quello black efferato ma anche melodico e quello death tremendamente potente e oscuro, viene mantenuto costante per l’intera scaletta. Nel complesso ‘A Dying Wish’ appare l’apice assoluto dei tedeschi, che si sono rivolti a Dan Swanö (Bloodbath, Katatonia, Edge Of Sanity..) per progredire ulteriormente in fase di mixaggio e masterizzazione. Non a caso il suono del vinile è fenomenale e viene davvero da chiedersi come abbia fatto Steffen Kummerer a dare alle stampe due masterpiece come ‘A Dying Wish’ e ‘A Valediction’ in così poco tempo. La seconda considerazione è di conseguenza una riflessione su quanto la pandemia, pare paradossale dirlo ma è così, abbia fatto bene a certi musicisti, almeno dal punto di vista compositivo. Ascoltare in questo autunno tanto decadente e sinistro due gruppi come Thulcandra e Obscura a questi livelli è motivo di grande soddisfazione e non poteva esserci modo migliorare per omaggiare l’ex bassista Christian Kratzer, che ha lasciato tragicamente questo mondo.