Reduci dall’album d’esordio “Gish”, pubblicato in un anno capitale per il rock come il 1991, gli Smashing Pumpkins vivono la prima fase difficile della loro turbolenta carriera: il chitarrista James Iha e la bassista D’Arcy si lasciano dopo una relazione di tre anni. I rapporti all’interno della band al momento dell’incisione del secondo album sono tesissimi, e Billy Corgan si riduce a scrivere praticamente da solo tutto il disco: voce, le due chitarre e il basso. Lo stesso batterista Jimmy Chamberlin, alle prese con la propria dipendenza dalle droghe che lo porterà in fin di vita ed espulso dal gruppo qualche anno dopo, contribuisce ad intermittenza. Tutte le difficoltà incontrate vengono poi lentamente superate ed il 26 luglio del 1993 esce per la Virgin/Hut “Siamese Dream”: album figlio della tempesta interna e del genio di Corgan, nel pieno del suo momento d’oro che culminerà in “Mellon Collie…”. Immergersi nell’ascolto di “Siamese Dream” è come trovare rifugio in un grembo di diamante grezzo, che può abbagliarti con la purezza del suo bagliore come farti sanguinare in preda alle sue convulsioni violente. Corgan riesce a far spaziare il proprio universo musicale oltre il grunge e l’hard rock, raggiungendo punte di liricità ed espressività assolutamente uniche nella sua produzione. Il suono di “Siamese Dream” porta l’ascoltatore dalla lucidità di “Cherub Rock” alla calma malinconica di “Luna”, passando attraverso i mari in tempesta di “Quiet”, “Geek U.S.A” e “Silverfuck”, la dolcezza di “Disarm”, “Spaceboy” e “Sweet Sweet” e l’irrequietezza di “Hummer” e “Soma”. “Today”, “Rocket” e “Mayonnaise” si ergono a veri e propri inni del primo periodo Pumpkins, racchiudendo in sé l’essenza del messaggio musicale di Corgan: chitarre sporche che sottolineano il conflitto interiore quasi più dei testi meravigliosi (“Bleed in your own light / dream of your own life / I miss me / I miss everything” – Rocket), supportate dalla batteria straordinaria di Jimmy Chamberlin e dalla voce ruvida e assolutamente peculiare di Billy. Qualche anno dopo “Siamese Dream” arriverà l’album che viene considerato quasi universalmente la loro opera madre, “Mellon Collie…”. Nonostante quest’ultimo sia un capolavoro assoluto, personalmente ritengo “Siamese Dream” superiore. La forza evocativa di “Siamese Dream” riesce a pervadere la mia mente come nessun’altro album ha mai fatto. Una pietra miliare.
1991 Gish 1993 Siamese Dream 1994 Pisces Iscariot 1995 Mellon Collie And The Infinite Sadness 1996 The Aeroplane Flies High 1998 Adore 2000 Machina 2000 Machina II 2007 Zeitgeist 2012 Oceania 2014 Monuments to an Elegy 2018 Shiny and Oh So Bright, Vol. 1 / LP: No Past. No Future. No Sun. 2020 Cyr 2022 Atum: A Rock Opera in Three Acts 2024 Aghori Mhori Mei 2022 ATUM - Act I