La formazione originaria di Nottingham, innamorata alla follia degli Spaceman 3 e dei Primal Scream, ci regala un’altra gemma di space rock e psichedelia allo stato puro a dodici mesi di distanza da ‘Ascend!’. I sette minuti di ‘Run From The Gullskinna’ inaugurano una scaletta che prevede pure delle escursioni nel noise-industrial e passaggi più sperimentali. ‘They Carried The Dead In A U.F.O.’ è stato registrato, mixato e prodotto dai quattro musicisti nonostante l’impossibilità di lavorare insieme, a causa dell’emergenza sanitaria, e la continua alternanza tra momenti di luce ed altri di totale oscurità non ha impedito a questo materiale, tanto apocalittico quanto gotico, di risultare estremamente compatto. Il caos primordiale che viene alimentato a più riprese diviene ancora più coinvolgente perché prelude a melodie capaci di fissarsi in testa e dalla natura rock n’ roll. La grana delle chitarre poi è strepitosa e quando si arriva alla fine, con ‘Amazing Enemy’ e l’epica ‘Last King Of Hell’, il desiderio di trovarsi in un locale fumoso a pochi minuti dall’inizio dell’esibizione dei Cult Of Dom Keller è impellente. L’apice è comunque ‘Lyssa’, un pezzo tribale e acido che venire in mente i My Bloody Valentine e rischia di trovare parecchi consensi in ambito post-punk.