Dopo i suoi oscuri rituali, il gruppo tedesco, che già avevamo apprezzato con l’esordio ‘Blight’, torna nei negozi con un disco che segna una svolta in carriera e rappresenta il risultato di un processo compositivo differente rispetto al passato. La band lo ha infatti definito come un diario di smarrimento ed un processo catartico, introverso, abrasivo e fragile. ‘Mor’ è nato dopo due giorni di intese registrazioni live, sotto la supervisione del produttore Timo Höcke al Wellenschmiede Studio di Amburgo, e l’heavy-doom del quartetto, venato di influenze sludge e hardcore, ne ha tratto benefici, soprattutto in termini di dinamiche. La voce di Alexander Bujack, responsabile anche dell’intrigante copertina, ed il drummin’ ossessivo di Miltiadis Karanastasis sono i tratti distintivi di un sound viscerale e cupo, che promette scintille dal vivo e che ha trovato in Narshardaa Records, nel cui catalogo troviamo tra gli altri rýr e Toundra, la casa più confortevole per esprimersi al massimo del proprio potenziale. Il materiale è estremamente coeso e tutto l’album merita di essere ascoltato a fondo, ma ‘Watershed’, ‘Nebula’ e ‘Retribution’ sono davvero clamorose.