A tre anni di distanza dall’ottimo ‘Cracksleep’, i toscani riabbracciano il tastierista Oleg Smirnoff ed immettono sul mercato altre dieci tracce fenomenali, più la trascurabile cover di ‘Runaway’ di Bon Jovi, che li confermano ad altissimi livelli in ambito progressive metal. Il gruppo capitanato da Terence Holler ed Eugene Simone mantiene un’attitudine ed un approccio compositivo legati al passato, d’altra parte il primo demo risale al ‘91, eppure riesce a coniugare le proprie radici con un suono moderno ed avvincente. Nonostante avrebbero meritato maggiore considerazione in carriera, gli autori di ‘Seeds Of Rage’ e ‘Headquake’ non hanno smarrito la voglia di fare musica, di sperimentare e mettersi in gioco, distinguendosi come un punto di riferimento importante dell’intera scena progressive continentale. Tutto ciò, unito ad una perizia tecnica che ha pochi eguali, rende imperdibile una release che ha i suoi punti di forza in pezzi come ‘Failure Of Faith’, praticamente già un classico, ‘Circles’ e ‘Sunken Dreams’. Il frontman si esalta in ‘The Cry Of A Nation’, singolo dal piglio più rock, e ‘I Can’t Believe’ It’, la ballata che non può mancare, mentre Rudj Ginanneschi e Raffahell Dridge sono semplicemente due mostri.