-Core
Dividing Opinions
Giardini Di Mirò
Homesleep
Pubblicato il 09/01/2007 da Dropday
Songs
01. Dividing Opinions (feat. Jonathan Clancy)
02. Cold Perfection (feat. Apparat)
03. Embers
04. A Guide To Rebellion (July’s Stripes)
05. Spectral Woman
06. Broken By
07. Clairvoyance (feat. Cyne)
08. Self Help (feat. Glen Johnson)
09. Petit Treason
Songs
01. Dividing Opinions (feat. Jonathan Clancy)
02. Cold Perfection (feat. Apparat)
03. Embers
04. A Guide To Rebellion (July’s Stripes)
05. Spectral Woman
06. Broken By
07. Clairvoyance (feat. Cyne)
08. Self Help (feat. Glen Johnson)
09. Petit Treason
Se il 2005 è stato l’anno della crisi serpeggiante (per fortuna) non compiuta ed il 2006 quello del duro lavoro e dell’elaborazione, il 2007 dei Giardini Di Mirò si prefigura come l’anno della consacrazione come band leader della scena musicale italiana. Da ‘Punk… Not Diet!’ sono passati tre anni e mezzo, le due pubblicazioni per l’estero (label tedesca 2nd Rec.) ‘Hits For Broken Hearts And Asses’ e ‘North Atlantic Treaty Of Love’ hanno consolidato il loro valore con qualche inedito, una serie di rielaborazioni di materiale già pubblicato e remix di autorevoli esponenti dell’indietronica e dell’hip-hop anticon (Alias, Apparat, Hood); c’è stato tempo anche per un paio di progetti solisti. Ora però c’è ‘Dividing Opinions’, il nuovo album, e possiamo tornare ad apprezzare a pieno il talento innato dei Giardini Di Mirò. Già dalla prima traccia omonima si viene condotti senza preamboli in un percorso nuovo: la voce di Jukka Reverberi, il fluire delle chitarre, l’incedere della batteria, tutto viene saldato e sparato in una dimensione sonica e riverberata, costellata da fitte pulsazioni elettroniche a formare un piccolo arazzo di due minuti che si colloca a fianco delle allucinazioni visionarie degli ultimi Smashing Pumpkins, e poi si dissolve. ‘Cold Perfection’ esprime già dal titolo la sua essenza sonora: le chitarre si adagiano su una struttura ritmica precisa ed avvolgente e non appena Jukka inizia a cantare si svela ai nostri occhi una delle architetture alt-rock meglio riuscite degli ultimi anni, dura ed intransigente nella sua bellezza, che man mano si innalza sempre più fino a farsi investire dalla pioggia incessante dei detriti elettronici di Apparat e rarefarsi in uno scintillio distorto; un ideale tratto di unione con le ultime fatiche dei loro amici Julie’s Haircut, quasi a suggellare la piena maturazione di una generazione di musicisti emiliani. Gli archi un pò sognanti di ‘Embers’ trasportano dolcemente verso ‘A Guide To Rebellion (July"s Stripes)", l’unica traccia strumentale del lotto. Ci si ritrova all’improvviso chiusi in una stanza, assediati da un bombardamento che riecheggia lontano, da implosioni e rumori che fanno da sfondo ai nostri ultimi pensieri di una felicità perduta. Arpeggi circolari, soavi ma venati di malinconia, archi che trasudano paura e un piano solitario mentre la chitarra inizia a sferragliare preannunciando la distruzione imminente. Poi l’esplosione: un basso ipnotico, le chitarre che assordano, l’angoscia che cresce sempre più, le fiamme e le macerie hanno sommerso tutto. Di colpo silenzio, le chitarre a morto, siamo sotterrati. Annientati. Per ristorarci un po’ arriva ‘Spectral Woman’ con le sue trame indietroniche, poi fa capolino fluttuando leggero il primo singolo ‘Broken By’, contraddistinto da una melodia gentile e delicata fatta di chitarre cristalline e archi in sottofondo, appena incrinata dall’enfasi dei ritornelli. Subito dopo ‘Clairvoyance’, introdotta da un cuore pulsante e condotta dalla voce di Kaye Brewster, si distende indolentemente lungo una melodia folk minimale, mentre ‘Self Help’ viene impreziosita dal carisma del parlato di Glen Johnson dei Piano Magic. A concludere un album dagli arrangiamenti curatissimi e di qualità nettamente superiore alla media, ‘Petit Treason’ ci regala l’ultima perla sonica, grazie all’andamento sinuoso delle chitarre che attirano a sè avviluppando l’orecchio nelle loro spire per poi stringere impietosamente non appena decidono di liberare le loro scariche elettriche letali: senza accorgersene ci si ritrova incatenati alle distorsioni per succhiare ogni vibrazione, ogni colpo di batteria, ogni sospiro spettrale. E ci induce a ripercorrere lo stesso percorso all’infinito, dalla prima all’ultima traccia, senza tregua.
Giardini Di Mirò
From Italia

Discography
[2001] Rise And Fall Of Academic Drifting
[2003] Punk... Not Diet!
[2007] Dividing Opinions
[2009] Il Fuoco
[2012] Good Luck