Un passo indietro per gli australiani che dopo l’ottimo ‘Titan’, nonostante il supporto di una label importante come Season Of Mist, hanno finito per allinearsi agli standard del blackened thrash-death metal senza proporre spunti originali o comunque apportare dei miglioramenti significativi rispetto al lavoro in studio precedente. Il problema principale di ‘An Outlaw’s Stand’, presentato con la copertina di Simon Turner, è che lascia trasparire influenze specifiche e molto chiare come quelle di Aura Noir e Deströyer 666, ex band di Nuclear Exterminator (attivo anche con i Coffin Lust e con i Toxic Holocaust dal vivo) e Shrapnel (ex Razor Of Occam), ed a parte alcuni episodi, il marciume iniziale di ‘Death To Pigs’ e la cinica ‘No Mercy For Weakness’, non riesce ad accendere l’attenzione dell’ascoltatore. Discreta la produzione, buono il suono delle chitarre, ma i pezzi non arrivano e, quando la title track sfuma nel silenzio, di questi trentasei minuti di ferocia inaudita e caos primordiale, registrati e mixati da Jarro Raphael agli I-HQ Recordings Studios, rimane proprio poco.