Personalmente ritengo che gli inglesi siano stati sottovalutati fino adesso o almeno che ci siano tanti gruppi inferiori che vengono pubblicizzati molto di più. Questa è la storia della musica lo sappiamo, però vi suggerisco di ascoltare a fondo il loro terzo album, registrato al The Round Tower di Cirencester, adesso solo una piccola cittadina del Gloucestershire ma la seconda città più popolosa ai tempi della Britannia Romana, e promosso con singoli del calibro di ‘Another Day’, ‘Smouldering Sticks’, ‘Gold’ e ‘A Test Of Our Resolve’. Al di là delle singole tracce, l’alternative rock dei Press To Meco colpisce per compattezza e inventiva. Non aspettatevi suoni nuovi, influenze grime o trap o ancora sperimentazioni futuristiche, ma soluzioni compositive che si distinguono sia dai cliché della scena anglosassone sia da buona parte di ciò che proviene dal mercato americano e da quello australiano. A produrre il lavoro, il primo da quando il bassista-cantante Jake Crawford è entrato a far parte della line-up, è stato Machine (Static-X, Lamb Of God) e rivolgersi a personaggi del genere evidentemente paga perché ‘Transmute’ è di un livello superiore sia a ‘Good Intent’ che a ‘Here's To The Fatigue’. I riferimenti a formazioni come Arcane Roots, Biffy Clyro e anche ai meno conosciuti Inme non mancano ma, soprattutto nella seconda parte di scaletta, la personalità del trio guidato Luke Caley emerge lampante.