Anche se siamo un gradino sotto ‘Errorzone’, il gruppo crossover-hardcore originario di Boston concede alle stampe un altro disco folgorante che rappresenterà la colonna sonora perfetta per i vostri incubi. Prendete il meglio della scuola hardcore-punk del Massachusetts e aggiungete le contaminazioni elettroniche di Loathe e Code Orange, le chitarre downtuned dei primi Korn, Deftones e Slipknot, ritmiche mathcore alla Dillinger Escape Plan e un tocco di follia che non guasta mai. Il frontman Anthony DiDio ha dichiarato che le canzoni sono nate da un periodo di totale isolamento sociale e non è quindi un caos che l’ascoltatore venga letteralmente asfaltato da un muro di chitarre, batteria, voci compresse (‘Fear Is Non Fiction’), dissonanze sonore (‘Magazine Beach’) e dinamiche selvagge (‘The Killing Womb’). In seguito all’uscita della raccolta di remix ‘Old Data In A New Machine Vol. 1’, Will Putney (Fit For An Autopsy, Great American Ghost) ha contribuito a rendere spettacolare l’esordio su Nuclear Blast, inutile dire che con l’appoggio dell’etichetta tedesca i Vein.fm potrebbero davvero dire la loro su scala internazionale, e le aspettative sono state centrate. Il guitar work di Jeremy Martin mette i brividi, Matt Wood è un ossesso dietro le pelli e curiosamente l’apice del disco è la sua conclusione. ‘Orgy In The Morgue’ e ‘Wavery’ sono infatti due pezzi pazzeschi e ‘Funeral Sound’ la chiusura ideale di un’opera dove il caos regna sovrano.