Il successore di ‘Religio’ si apre con le note di un pianoforte ma presto l’ascoltatore si trova imbrigliato nei meandri di una foresta di synth analogici, rovine industriali e melodie acide. La base è sempre un industrial pulsante con retaggi post-punk gratitici e chitarre taglienti che assicurano una potente trasportabilità live. Il basso pulsante di Filippo Scalzo è in costante primo piano e la voce di Giuseppe Lo Bue esalta la ruvidità delle liriche, riuscendo a far apparire meno fredde la drum machine e l’atmosfera di sottofondo. Ai due si è aggiunto Lorenzo Brogi, già attivo in passato come turnista alla batteria, e la sensazione è fin da subito che l’amalgama tra i membri sia uno dei punti di forza della release, tra meccanismi che illuminano e referenze al sadomasochismo ed al lato più violento della società in cui viviamo. In ‘Post Mortem’ troviamo Cristiano Biondo degli European Ghost come ospite ed in alcuni frangenti i Caron Dimonio dimostrano di nutrire interesse anche per altre derive elettroniche come la techno o il downbeat. L’album è stato registrato e mixato da Gianluca Lo Presti (Vanity, The Black Veils) e le sue ritmiche ossessive sembrano la versione malata e oscura di quelle di ‘New Earth’ del Nuovo Testamento. ‘Cosmo’ e ‘La Preghiera Dell’Ingordo’ si rivelano due passaggi indispensabili per comprendere in quale direzione si sta muovendo Caronte, eppure individuare solo qualche pezzo sarebbe fare un torto al trio, che ama la poesia di Rimbaud almeno quanto le alte produzioni fetish e hardcore. È infatti nella sua compattezza che ‘Porno Post Mortem’ risplende come una scintilla in una dark room e appare in grado di competere con quanto di meglio proviene sul versante electro e post-punk in ambito internazionale.