Il nuovo album dei bolognesi inizia con ‘See You At My Funeral’ e quindi l’ascoltatore non impiega molto per calarsi nell’atmosfera decadente a loro tanto cara. Rispetto a tanti altri gruppi che hanno affermato di avere incupito il loro sound a causa del lockdown, ‘Carnage’ mostra un approccio ancora più crudo e aggressivo di ‘Dealing With Demons’ e l’impressione, lasciandosi andare al cantato evocativo di Gregor Samsa e venendo ripetutamente scossi dai riff violenti di Mario D’Anelli, è che pezzi come ‘Hyenas’, ‘Death By Arrogance’, caratterizzato da un sapore alla Spiritual Front e impreziosito dalla voce di Diana Napolitano, e ‘Cities On Fire’ siano davvero il risultato di un odio feroce che si riflette in chitarre taglienti, un basso grasso e pulsante e colpi di batteria inarrestabili, registrati da Cristiano Santini dei Dish Is Nein. L’ingresso in line-up di Leonardo Cannatella ha donato maggiore presa live ai brani e le continue citazioni cinematografiche e letterarie donano fascino e profondità ad un album che mette in contrasto vittime e carnefici, trattando materie come l’ambiguità dei ruoli e il senso di incomunicabilità che percepiamo nella società moderna. Poi veniteci a raccontare che non abbiamo una scena post-punk in Italia.