Gli svedesi sono una delle entità sonore più originali del momento anche se i loro riferimenti non vanno oltre gli anni ‘80. Le loro canzoni, tra retaggi psichedelici e proto-metal, sono davvero dei piccoli portali verso un’altra dimensione, onirica, spaziale e demoniaca. Prendete ad esempio ‘Elusion’s Gate’ nella quale troverete cavalcate di basso alla ‘Iron Maiden’ o ‘Killers’, sintetizzatori, arpeggi folk, divagazioni nel progressive e una voce caldissima che non può non riportare alla mente il compianto Demetrio Stratos degli Area. Il legame con la storia della musica italiana non è un caso perché da sempre gli artisti scandinavi, e non solo loro per fortuna, prendono spunto dalla scena prog del nostro paese ma certo che vedere certe influenze accostate a referenze nei confronti della scuola di Canterbury o del classic metal ci fa stare bene. Album dopo album il gruppo guidato da Tommy Alexandersson - cantante dotato di un timbro unico e coraggioso nella costruzione delle linee vocali (‘Birth/Into Darkness’ e ‘The Wind Carries The Word) - sta crescendo in consapevolezza dei propri mezzi e la possibilità di mettere mano ai synth degli Abba, nel mitico Riksmixningsverket Studio di Linn Fijal, ha reso ancora più prezioso il successore di ‘Conundrum’, prodotto da Linn Fijal e Vilma Colling. Preparatevi ad un viaggio verso l’ignoto, con piccoli contatti con Ghost, The Devil’s Blood e Wytch Hazel, mmersioni nel retro-rock da brividi, narrazione sci-fi e estetica vintage.