Togliete la polvere da qualche videocassetta horror-zombie rimasta in cantina, prendete del buon thrash di annata e le dosi di fumo sufficienti per passare la nottata e poi godetevi a tutto volume il nuovo lavoro in studio della band del figliastro di Max Cavalera, che appare in ‘War Soup’ in un vero e proprio scontro generazionale. Ritchie ci ha proprio preso gusto e quello degli Incite si rivela un ibrido calibrato alla perfezione tra thrash vecchio stampo e groove metal con quel grezzo tocco di genialità che in casa, nel bollente Arizona, non è mai mancato. In scaletta troverete alcune tracce rimasterizzate, tra cui la title track del full lenght precedente che ha preso nuova vita come in un film di Sam Raimi o George Romero, ma soprattutto cinque tracce nuove, che sfoggiano un songwriting maturo ma soprattutto un parallelo, amaro o divertente a seconda dell’umore, tra i crimini politici dei nostri giorni ed i peggiori luoghi comuni in ambito horror. In tal senso la copertina realizzata da Brian Zellner si presta a più di un’interpretazione. ‘Deadbeat’ esprime al massimo le potenzialità del quartetto e Steve Evetts, produttore tra gli altri di Sepultura, DevilDriver e Suicide Silence, ha saputo esaltare il guitar work di Eli Santana (Holy Grail, ex-Huntress), e nascondere le naturali influenze in un suono massiccio ed irriverente.