Al di là delle invettive politiche che non voglio commentare, il successore di ‘Sweet Southern Sugar’, sono passati cinque anni a causa dell’emergenza sanitaria ma ascoltando il materiale ne sarebbero potuti passare pure dieci, è qualcosa di agghiacciante. D’altra parte ci sarà un motivo se dai tempi di ‘Devil Without A Cause’, non fate finta di niente perché ‘Bawitdaba’ ve la ricordate tutti, e ‘Cocky’ del rapper originario del Michigan, appassionato tanto di country quanto di heavy metal, si parla solo quando scatta una rissa, celebre quella con Tommy Lee, o arriva qualche denuncia. La sola leggera parvenza di ripresa è avvenuta con ‘First Kiss’ e pure in quel caso il tour fu una delusione cocente. Di artistico Kid Rock ha sempre avuto poco ma scorrendo pezzi come ‘Don’t Tell Me How To Live’, ‘We The People’ e ‘She’s Your Baby (Now Rock Her)’ viene da chiedersi il motivo per cui l’artista in questione abbia navigato nell’oro per buona parte della sua carriera. Se riuscirete a proseguire nell’ascolto dopo dieci minuti vi imbatterete in composizioni prive di alcune senso come ‘My Kind Of Country’ o la title track, seguite verso la fine dalle inutili ‘Cold Beer’, ‘Ala-Fu**In’-Bama’ e ‘The Nashville I Know’. In ‘Shakedown’ troviamo il figlio Robert James. Ecco l’unica sorpresa di una release al limite dell’indecente. L’unica scelta che comprendo è quella di avere intitolato l’album ‘Bad Reputation’. A Kid Rock infatti piacerebbe ancora avere la reputazione del duro per vendere come ai tempi d’oro, ma non credo proprio che succederà.