La collaborazione tra Tara Busch e Maf Lewis, ma ai due si è aggiunto in fase di produzione Dean Honer (Add N To (X), Róisín Murphy), raggiunge l’apice assoluto in carriera con queste undici tracce che rappresentano il culmine di tutte le diverse voci, errori e cose divertenti che la misteriosa e avvenente artista californiana ha fatto durante la sua carriera. Con quest’album, ancora più che con ‘The Silence’ e ‘Zombies 1985’, ma personalmente ricordo anche l’esordio solista ‘Pilfershire Lane’ e quello dei Dynamo Dresden, la cantante e polistrumentista si è tolta di dosso qualsiasi forma di inibizione e ha reso la propria arte grezza e ribelle, in poche parole punk, per affrontare a muso duro quello che la società attuale propone da ormai troppi anni a questa parte. In ‘War’ non troverete ballate o singoli di facile costume, ma una serie di invettive originali, idee, stacchi ritmici, pulsioni e perversioni che vi ricondurranno con la mente al synth pop degli anni ‘80, all’industrial metal del decennio successivo ma anche a uscite recenti, dalle sperimentazioni di Lana Del Rey all’omonimo full lenght degli Spike Hellis, da David Bowie agli Atari Teenage Riot. La title track, ‘Left For Dead’ – che potrebbe tranquillamente provenire dalla colonna sonora del capolavoro di Bruce LaBruce ‘Otto; or up with dead people’ – e ‘Bloodletting (The Vampire Song)’ – con un incedere malvagio alla ‘Some Great Reward’ dei Depeche Mode - sapranno catturare la vostra attenzione fin dai primi istanti ma siamo al cospetto di un beat migliore dell’altro e soprattutto di un enorme groviglio di emozioni, a differenza di tante release elettroniche degli ultimi tempi che suonano più fredde di ghiaccioli.