La ricerca sonora di Luca Fucci si è spinta sui temi irrisolti della nostra esistenza e sulle domande che da sempre ci poniamo per cercare di comprendere, almeno in piccola parte, il motivo di certi avvenimenti o la fluidità di certi percorsi. L’autore di ‘Damaged’ è tornato nei negozi con un altro lavoro imprescindibile per chi ama la sperimentazione in ambito elettronico ma soprattutto per chi trova nella purezza dell’ispirazione classica una ragione in più per abbattere barriere e costruire un futuro diverso. Uno dei punti di forza maggiori di questo magnifico album coincide infatti con la sua marcata indifferenza nei confronti di motivi stilistici comuni. La lezione impartita da Eraclito si riflette in due movimenti, uno di ascesa e l’altro di discesa, che vengono descritti con colorazioni bianche e nere e sonorità che vanno dalla neoclassica all’industrial, dalla new wave all’ambient, in un processo di continua destrutturazione e ricostruzione della materia compositiva. ‘When We Met’ inaugura una scaletta che non concede tregua all’ascoltatore e lo costringe a rimanere incollato allo stereo e abbeverarsi delle sfumature di tracce subliminali quali ‘Flowing Gold’, ‘The Lightkeeper’ e ‘Gazing Into The Abyss’, uno dei punti più in alti in carriera per il musicista fiorentino che ricordiamo anche con Antonio Aiazzi. L’accuratezza del mixaggio di Jac Salani mette in risalto la ricca strumentazione, dal pianoforte al basso a sei corde, dai sintetizzatori modulari alla drum machine. Solo dal vivo, scopriremo se sarà più semplice ascendere ad una forma d’arte solenne e guardare tutto ciò che ci circonda dall’alto verso il basso oppure strisciare a testa china, tra volgo e rumorismi diffusi, e improvvisamente alzarla e scoprire una nuova fonte di luce.