Alcuni musicisti hanno approfittato della sospensione dell’attività dal vivo per comporre nuovi album e farli uscire al momento della riapertura, almeno parziale dei locali. Altri invece hanno preferito pubblicare release trascurabili, raccolte prive di senso o ancora peggio live in attesa di tempi migliori. Di sicuro non avevamo bisogno di un disco di cover da parte degli Awolnation, autori due anni orsono del convincente ‘Angel Miners & the Lightning Riders’, ma Aaron Bruno ha fatto le cose in grande e ‘My Echo, My Shadow, My Covers, And Me’ si rivela un eccellente strumento per comprendere a fondo la versatilità del progetto e le disparate influenze che hanno spinto il leader a muoversi in una direzione musicale tanto unica. Con la sola eccezione di ‘Drive’, lecover in questione, alcune di successi clamorosi come ‘Material Girl’ di Madonna o ‘Wind Of Change’ degli Scorpions, vedono la presenza di un ospite speciale, che rende ancora più imprevedibile il risultato finale. Si parte con il piede sull’acceleratore con ‘Beds Are Burning’ e ‘Eye In The Sky’ e rispettivamente con Tim Mcllrath dei Rise Against e Beck, poi arriva Jewel ed è il turno di ‘Take A Chance On Me’ degli Abba. Altre collaborazioni riuscite sono quelle con Conor Mason dei Nothing But Thieves (‘Maniac’) e Midland (‘Alone Again’) mentre Hyro The Hero e Brandon Boyd lasciano meno il segno. Resta un’operazione commerciale di dubbio gusto, ma possiamo comunque aspettare l’uscita del quinto lavoro di inediti con ottimismo.