Chris Jericho è un noto wrestler che si divide tra la sua attività di lottatore che si esibisce davanti a platee vaste di mezzo mondo e quello di cantante della sua band, al secolo i Fozzy, che sono partiti con il suonare solo cover per poi diventare artisti a tutto tondo con una produzione propria. Scherzando e ridendo, i ceffi di Atlanta sono giunti alla loro ottava fatica in studio, “Boombox”, che accontenterà chi è cresciuto “a pane e Sevendust, Alter Bridge e Staind”. Ormai è da tempo che i confini di un certo tipo di rock alternativo si sono spostati su queste sonorità solide e ben definite che, soprattutto, negli Usa ancora fanno proseliti. Questo, in particolare, è il classico lavoro dalla doppia faccia. I primi cinque estratti, ad esser sinceri, sono di una noia mortale, in quanto simili tra loro e senza l’impennata melodica che uno si aspetterebbe quando si è alle prese con materiale di questo tipo. La voce di Jericho, poi, è davvero un clone, a tratti, di quella del sig. Ozzy e tale aspetto incide sul giudizio definitivo di un disco che, però, ha un sussulto nella sua seconda parte. Dopo la bella cover di “Relax” dei Frankie Goes To Hollywood, ecco che i Fozzy inanellano una serie di brani carini e melodici che stanno bene con il vestito che è stato cucito loro addosso. Intendiamoci, nulla di memorabile, ma quanto meno si ha il piacere nell’ascoltare un pugno di tracce che riescono a stare in piedi grazie ad una serie di ritornelli radiofonici azzeccati che sicuramente troveranno spazio nelle stazioni a stelle e strisce. Un ascolto, a nostro parere, andrebbe fatto. Ad ogni modo, Jericho, tra wrestling e musica, ha trovato un metodo molto intelligente per portare a casa la pagnotta e per avere un tenore di vita buono.