Non voglio certo peccare di presunzione, ma non riesco veramente a capire se ho compiuto una valutazione sbagliata o meno sul gruppo deathcore originario di San Antonio. Sinceramente dopo un disco da rotativa come ‘Red White Green’, ‘The World Is My Enemy Now’ mi era sembrato il disco deathcore perfetto. Una bomba a livello di produzione, un breakdown più letale dell’altro, grande prova tecnica di tutti i musicisti e soprattutto grande trasportabilità del materiale dal vivo. A quel punto però, in seguito ad un paio di tour spettacolari, la band si è persa e ‘Straight From The Barrio’ ha rappresentato un passo indietro sotto tutti i punti di vista. Con ‘Southern Hostility’ hanno cercato di rimediare, tornando alla sfrontatezza degli esordi e sottolineando la loro provenienza geografica. Adesso arriva nei negozi ‘Fury’, un concentrato di violenza primordiale, con alcuni ritornelli da paura ed altri che sanno un po’ di riciclaggio, Ruben Alvarez che si sbatte come se gli Spurs fossero sul punto di rivincere il titolo e Danny Leal spettacolare in ‘A New Responsibility’, ‘Meltdown’ e ‘Clarity’. La line-up a quattro comporta qualche dinamica in meno, non mancano le citazioni di Lamb Of God e Pantera che piacquero tanto ai fan della prima ora e c’è tanto di quel groove da riempire due dischi. Tanta di quella benzina da mettere a fuoco e fiamme il Texas. Il dubbio è sull’affidabilità della formazione in un periodo complesso come questo.