Gli ex Wolverine sanno sempre come divertirmi. Il loro è un heavy metal che non si vergogna affatto di citare i classici ma a differenza di una moltitudine di revival band, i quattro di Örebro sanno dare quel tocco in più alle proprie canzoni che trascina dal primo all’ultimo minuto. A due anni da ‘Feeding The Machine’, il songwriting si è fatto ancora più oscuro e appare evidente che al leader Niklas “Viper” Stålvind (The Doomsday Kingdom, ex-The Lightbringer Of Sweden) piacciano i Tribulation ed i Ghost. Per il resto il guitar work di Simon Johansson (Memory Garden, Soilwork, ex-Abstrakt Algebra), responsabile pure della produzione, segue il copione predefinito e gli ultimi arrivati, il bassista Pontus Egberg (Kingdom) ed il drummer Johan Koleberg, se la cavano alla grande. Un pezzo come ‘Dust’ potrebbe benissimo appartenere ai Death SS, la title track farà sobbalzare i fan dei W.A.S.P. - “Out of touch I wander like a ghost inside my mind. To myself an alien who’s looking for his kind. If you see me walk in twilight. See the shape of me disappear in the night..” - mentre ‘Visions For The Blind’ e ‘The Time Machine’ sono più cadenzate e crescono alla distanza. Sinceramente, dopo diversi ascolti, non saprei dirvi se siamo a livelli più o meno alti rispetto a ‘Feeding The Machine, ma di sicuro i Wolf non hanno deluso nemmeno stavolta. Le sessioni di registrazione si sono susseguite ai Solnasound Recording Studios, non mancano alcuni ammiccamenti a ‘Black Wings’ e ‘Ravenous’ e c’è spazio anche per il theremin di Carl Westholm (Avatarium, Candlemass).