Una cosa va precisata subito. ‘Firescorched’ non è un album che riflette solo i quattro anni trascorsi dalla pubblicazione di ‘Spellbound’, ma un lasso temporale molto più ampio. Non è soltanto la conseguenza di due anni di solitudine, privazione, isolamento e frustrazione ma di decenni di sacrifici e ardua sopravvivenza in un circuito underground che tanto ti regale ma anche tanto ti toglie. Finalmente per la band ligure è arrivato il momento di confrontarsi a testa alta con il panorama internazionale, dopo l’esperienza con Season Of Mist e tre dischi per Scarlet. ‘Firescorched’ esce infatti per Agonia Records, label polacca che solo negli ultimi tempi ha pubblicato i lavori di Demonical, Pestilence, Hail Spirit Noir, Urgehal e Origin e che può vantare una forza promozionale molto importante anche in mercati che fino a questo momento i Sadist non hanno potuto toccare. La splendida copertina realizzata da Paolo Puppo segna l’inizio di una nuova era e curiosamente le influenze thrash e punk sono aumentate rendendo il materiale più veloce e grezzo, a dispetto di una tecnica fuori dall’ordinario. A questo aspetto ci hanno pensato, oltre al fondatore Tommy Talamanca, il bassista Jeroen Paul Thesseling (Obscura, ex-Pestilence) ed il batterista Romain Goulon (ex-Necrophagist). A berciare nel microfono è sempre il mitico Trevor, che in alcuni pezzi mi ha riportato alla mente ‘Tribe’ ed in altri accompagna a meraviglia divagazioni nel progressive. L’atmosfera è dark, lugubre, oppressiva ma le dinamiche sono ugualmente enormi e l’ascolto non si rivela mai ripetitivo o noioso. ‘Accabadora’, ‘Fleshbound’ e ‘Finger Food’ costituiscono un trittico pazzesco ad inizio scaletta ma scordatevi filler. Al contrario ‘Trauma (Impaired Mind Functionality)’ e la title track sono tra gli apici assoluti in carriera della band e nel complesso ci troviamo di fronte ad un disco in grado di fare la storia dell’heavy metal italiano e mettere in imbarazzo i nomi tutelari del genere.