A distanza di un anno circa da ‘Don’t Think You Can Escape Your Purpose’, il gruppo experimental-kraut rock originario di Montreal concede alle stampe un secondo album caratterizzato da un approccio noise e dalle percussioni furiose di John Talbot, ma anche da parti di chitarra melodiche e dai sintetizzatori del cantante Justin Cober e dai groove di basso di Charles Masson. Il nome della band è già una garanzia visto che fa riferimento ad un pezzo che i Can registrarono dal vivo allo Schloß Nörvenich di Colonia per il loro esordio ‘Monster Movie’, edito nel ‘69 da Music Factory. Questo secondo lavoro è stato registrato all’Hotel2Tango, sotto la supervisione di Radwan Ghazi Moumneh (Fly Pan Am, Suuns, Ought) e in seguito mixato da Seth Manchester al Machines With Magnets (da cui sono passati tra gli altri anche Battles, Lingua Ignota e Lightning Bolt), per un suono che a tratti mi ha ricordato quello dei Metz, ma con invettive post-rock e shoegaze più marcate. In una scaletta variegata, in cui spiccano le conclusive ‘The Failure Of Stiff, Tired Friends’ e ‘Feet Together, Face Up, On The Front Lawn’, risplende anche il contributo della violinista Jessica Moss (Thee Silver Mt. Zion).