Se siete fanatici della discografia solista di Thom Yorke e avete consumato il disco degli Atoms For Peace, non dubitate oltre e fate vostra una copia dell’esordio di questo nuovo progetto parallelo che vede protagonista il frontman dei Radiohead, con Jonny Greenwood e Tom Skinner dei Sons of Kemet. Personalmente l’ho trovato troppo manieristico, come lo era peraltro ‘Amok’, ma gli spunti di riflessione non mancano di certo. Prima di tutto, ascoltare un album prodotto da Nigel Godrich (Roger Waters, Arcade Fire) è sempre un’esperienza unica al mondo. In secondo luogo, l’apporto della London Contemporary Orchestra e di jazzisti come Byron Wallen e Nathaniel Cross è superbo ed alcuni arrangiamenti sono strepitosi, in bilico tra le suggestioni ambientali di ‘A Moon Shaped Pool’, ‘Anima’, e l’ipnotico art-rock dei Radiohead che tutti conosciamo. A tratti l’atmosfera è nevrotica e carica di tensione mentre in altri frangenti si ricopre di un velo malinconico e il sorriso malizioso e perverso di inizio disco diviene approvazione rassegnata ad un disastro annunciato. Il punto di forza della scaletta sta nella sua imprevedibilità e pezzi come ‘Pana-Vision’, ‘The Smoke’ e ‘Waving A White Flag’ valgono da soli l’acquisto. Se ci sarà un secondo capitolo, mi piacerebbe che fosse più coraggioso dal punto di vista dell’elettronica.