I dischi dell’ex-Scorpions e UFO escono ormai secondo una formula consolidata. Scordatevi le sorprese e scordatevi l’originalità, perché non ve n’è traccia. A stupire è però ancora una volta la freschezza del connubio tra il chitarrista tedesco, anno ‘55, e il produttore-compositore Michael Voss-Schön (Mad Max), che si traduce in dieci tracce, alle quali si aggiungono le bonus ‘Turn Off The World’ e ‘Fighter’, chiamate a rievocare un po’ tutto il percorso artistico che conosciamo. Si va da retaggi pesanti agli UFO (‘Emergency’) a pezzi che avrebbero potuto essere dei Rainbow o degi Accept (‘Under Attack’) e la storia è quella di ‘Immortal’ e dei due lavori precedenti, pubblicati come Michael Schenker Fest. Ronnie Romero, da poco fuori dai Coreleoni, si occupa di gran parte delle vocals ma in ‘The Universe’ appare Gary Barden, per la felicità dei seguaci della prima ora, e la band è completata da Steve Mann (in evidenza in ‘Yesterday Is Dead’), Barend Courbois e Bodo Schopf. Inutile aggiungere che i metallari andranno ad ascoltarsi subito ‘ A King Has Gone’ con Michael Kiske degli Helloween ma nella lista dei crediti troviamo anche Ralf Scheepers (Primal Fear), Simon Phillips (Toto, The Who), Brian Tichy (Whitesnake, Foreigner), Bobby Rondinelli (Rainbow) e Bob Daisley (Black Sabbath). Una sfilata di vecchietti? Sì, probabilmente. Però la navicella è decollata lo stesso ed il divertimento è assicurato.