Un ibrido tra world jazz, kraut e space rock quello dei tedeschi che cercano di far viaggiare il proprio ascoltatore con quattro canzoni in linea con quelle di ‘Desert Warp’. L’approccio orientaleggiante del quartetto però stanca presto e l’impressione è che i Grombira soffrano molto la concorrenza tecnica di un catalogo importante come quello di Tonzonen Records. L’età dei musicisti in questione non è giovanissima, qualche foto eccentrica certo non può bastare ed i colori che emergono dal songwriting non sono mai accesi o sgargianti. Il livello di sperimentazione si rivela piuttosto alto e l’accessibilità scarsa col risultato che il disco, presentato con la copertina di Takao Sakagami, annoia dopo pochi minuti. Le registrazioni si sono svolte nello studio di Nassau di Volker Heller e il mixaggio ha messo in primo piano il basso di Ahmed La Fünk, ma con tutto il rispetto ‘Lunar Dunes’ è una delle release più scialbe dell’etichetta di Krefeld e nella scaletta spicca soltanto ‘Civilization One’. Per chi ama la psichedelia a tutti i costi.