Quando cinque anni fa uscì il video di ‘Sober’ ricordo che rimasi piuttosto colpito dall’iconografia sadomaso – più mainstream rispetto a quella dei Priest ma sempre carica di energia sessuale - e dal contrasto tra luoghi di Stoccolma che conoscevo bene e un immaginario queer niente male. Ritrovarla oggi con il video di ‘You Lied’ è interessante, non solo perché Lizette Nordahl è cresciuta molto, sia artisticamente che dal punto di vista del look e del modo di proporsi, ma perché l’elettronica di ‘Queerbody’ si è fatta più corposa e letale. Spesso durante l’ascolto capita di imbattersi in passaggi che danno la sensazione di un performance in atto, tra ballerini, coretti pop, proiezioni di vario tipo e diapositive LGBTQ. Il messaggio è forte, la musica si pianta in testa dopo pochi secondi e, oltre ai retaggi di Madonna, George Michael e Christina Aguilera, le influenze di Arca, The Knife e Tove Lo colorano una scaletta in costante bilico tra pop e dark. L’atmosfera è densa e sinistra, la produzione non lontana da quelle di certi dischi techno e le possibilità che ‘Miss Gendered’ riesca a catturare l’attenzione del pubblico americano sono elevate. ‘Sorry’ è un altro potenziale successo mentre ‘Not Over Yet’ e ‘Scorpio’ le tracce più mature di un personaggio che merita di essere ammirato dal vivo in tutta la sua singolarità.