È curioso vedere come una formazione legata ad un suono mastodontico, statuario e rigido come gli Ufomammut abbia scelto un simbolo di rinascita e cambiamento quale titolo del nuovo lavoro in studio. L’uccello più famoso della mitologia greca-egizia, metafora di forza e resistenza, si adatta in ogni caso molto bene a sei tracce portentose che si poggiano parecchio sui synth e sono state registrate con Levre alla batteria. Lo storico drummer Vita ha infatti lasciato il trio, dopo oltre vent’anni di militanza, ed è stato sostituito da una persona che era comunque all’interno della band e che si occupava delle luci e del merchandising. Una scelta conservativa che non ha intaccato il suono feroce e massivo degli autori di ‘Ecate’ e ‘8’, ancora una volta capaci di issarsi nel catalogo di un’etichetta importante come Neurot Recordings senza sfigurare. Tra stoner-doom, psichedelia, stacchi tecnici al limite del progressive e pericolose inversioni sludge, Poia e Urlo si confermano a livelli elevati e pezzi come ‘Psychostasia’ e ‘Metamorphoniex’ promettono scintille dal vivo. So bene che le recensioni parleranno di orgoglio italiano, ma al di là dei complimenti è venuto il momento di supportare sul serio realtà spettacolari come questa, che fanno sacrifici enormi per competere con ciò che proviene dall’estero e spingere sempre più in alto la propria discografia.