‘Children Of The Great Extinction’ non è il migliore album del gruppo christian metal originario della Georgia, ma di sicuro è il ritorno che tutti i fan si aspettavano dopo dieci anni di silenzio. In realtà puntare sull’ennesimo concept sci-fi poteva sembrare una scelta scontata però l’equilibrio ottenuto tra liriche e sezione strumentale è eccellente ed in scaletta i cali di tensione sono ridotti al minimo. Siamo al cospetto di una sintesi di tutto ciò per cui i Becoming The Archetype sono diventati famosi, senza soluzioni nostalgiche o ricami già sentiti, ed il punto di forza della release è proprio questo ovvero sapere risultare moderna e dinamica ed allo stesso tempo ripartire da dove ‘Celestial Completion’ e ‘I Am’ avevano lasciato. Le influenze technical death e progressive metal si fondono con suite cinematogratiche (‘The Sacrament’) e squarci metalcore e l’affiatamento tra Jason Wisdom (Death Therapy), Seth Hecox (Anchors) e Brent Duckett è ancora notevole. Lo dimostrano tracce come ‘The Dead World’, ‘The Remnant’ e ‘The Hollow’ (“I can’t remember the last time, I took a breath on my own, I’m letting go of the lifeline, I’ve never felt so alone..”), già pronte per diventare dei punti di riferimento nelle setlist del prossimo tour. Un altro centro per Solid State, ultimamente tornata ai vertici con gli eccellenti lavori in studio di Norma Jean e Fit For A King (il gruppo in cui suona tra l’altro l’ex chitarrista Daniel Gailey).